Riti di conclusione
In alcuni giorni, solennità, ricorrenze liturgiche o anniversari, nel rito di congedo e per la benedizione dei fedeli da parte del sacerdote, ci sono varie formule, semplici o solenni. Esse contengono la benedizione sempre in nome della Trinità.
II congedo è quasi sempre un invito a gioire per quanto si è vissuto, contemplato e deciso durante la Messa, per esserne testimoni nell'ambiente nel quale si vive.
Madre Maria ha qualche suggerimento al riguardo. Andando fuori dalla chiesa:
"il cuore non abbandoni il Tabernacolo, il posto dell'Amore!" "O Dio del mio cuore, fa che noi essendo stati un solo spirito con te (nella Messa) ora siamo ancora una cosa sola con te nel tempo e nell'eternità."
Per vivere di più la realtà della Messa nelle vicende giornaliere
Con la sua Passione, Morte e Risurrezione Gesù è divenuto "Victor Rex", RE VINCITORE, che nella Santa Messa continua la lotta contro il nemico e dona la sua vita eucaristica, perché il suo Regno si estenda e si intensifichi nelle anime. Dobbiamo quindi, partecipando alla Messa e vivendola, estendere in noi e nella vita della Chiesa il suo Regno: è nostro preciso dovere.
Riporto da P. Vandeur: GESÙ CRISTO DEVE REGNARE! (1 Cor 15, 25)
Gesù Cristo deve regnare, poiché Egli stesso ha detto: "lo sono Re" (Gv 18, 37).
Re delle intelligenze, Re delle volontà, Re di tutto ciò che è o sarà nei secoli.
Ora, Gesù ha regnato per mezzo della croce: questa fu lo strumento della sua grande vittoria sopra Satana; Egli continua a regnare per mezzo della croce; la croce del Calvario non ha fatto che cambiare di posto, ora resta piantata su ogni altare consacrato.
PER MEZZO DELLA SANTA MESSA, dove con lui noi offriamo e ci offriamo; per mezzo della Santa Messa in cui ogni giorno ci nutriamo di lui e di tutto ciò che egli è, per mezzo della Santa Messa ben compresa, ben seguita, ben vissuta, noi lo faremo nuovamente regnare, su di noi e sul mondo che lo ignora e non lo riconosce come Re. (P.Vandeur) Cogliamo ancora una raccomandazione di Madre Maria di Gesù.
"Noi faremo tutto per mezzo di Gesù Cristo, mediante l'unione al suo Cuore e al suo Sacrificio, e l'offerta dei suoi meriti infiniti e del prezioso Calice del suo Sangue adorabile.
Faremo tutto per Maria, l'associata del divino Sacrificio, per mezzo della quale il soccorso dall'alto contro i nemici della Chiesa non è venuto mai meno".
"A forza di tenere Gesù Cristo, elevato nelle nostre mani tremanti, davanti al Padre offeso per i nostri peccati, a forza di tenerci sulla patena e nel calice, ove i sacerdoti si confondono con l'Ostia, con il Corpo e con il Sangue di Gesù; a forza di unirci ai sentimenti e agli ardori del suo Cuore adorabile, la divina Giustizia si placherà e la misericordia scenderà sulla nostra povera terra. (...)
Questo sarà lo spirito del sacerdozio di Gesù per il bene del mondo in Cristo." (P. Vandeur)
E Madre Maria di Gesù si esprime così:
"Il mio cuore è pieno di quelle grandi realtà che sono L'OBLAZIONE, L'IMMOLAZIONE, LA COMUNIONE, non ho merito alcuno, ma l'anima mia ne trabocca, e la sete che ha di riversarle nel mondo delle anime è così cocente, che volentieri accetterebbe d'essere calpestata, ridotta in polvere, annientata, purché questo mistero di amore fosse più conosciuto. ...O DIO, SE IL SACRIFICIO DELLA MIA VITA, TANTO MISERABILE, PUÒ SERVIRE A PROPAGARE QUESTO SEGRETO DI AMORE, PRENDILA E SUSCITA LE ANIME CHE LO COMPRENDERANNO E SE NE NUTRIRANNO!
Vorrei avere mille voci per farlo sentire a tutte le anime, mille intelligenze per approfondirlo, mille cuori per perdermi in esso e viverne.
O Spirito Sacerdotale, spirito del Figlio consegnato nelle mani del Padre celeste, fra il sangue e le lacrime, le piaghe aperte, l'agonia suprema, l'abbandono inenarrabile; o Spirito strappato dall'amore e dalla morte dall'intimo del Cuore del Figlio e lasciato come immensa eredità, affinché il Padre celeste lo consegni e lo doni a noi per mezzo dello Spirito Santo!
Ma chi dunque ti riceve, chi ti apprezza, chi ti abbraccia, chi si lascia trasportare da te al di là della natura, del mondo, del creato, nella vita soprannaturale e divina? Ti si conosce, ma da lontano, come uno straniero!
Ti si adora, ma come appartenente solo al divino Crocifisso! Ti si vede attraverso un fitto velo, e si dimentica che Tu sei l'elemento nel quale devono immergersi le anime nostre, la forma stessa della vita che ci è stata comunicata dalla Croce!....Oh perché l'anima discende da queste altezze e dimentica così spesso che il Cristo ha fatto di noi altrettanti SACERDOTI E RE PER IL NOSTRO DIO? (Apocalisse I, 6)" Cuore di Gesù, venga il tuo Regno: "OPORTET ILLUM REGNARE!"
Un desiderio e un augurio
Dopo l'epilogo di Padre Vandeur, sia permesso un pensiero anche a chi ha redatto il presente libretto.
Madre Maria ci ha portato sapientemente e con amore alla scuola della Messa e ci ha presentato come punti di incontro con l'amore di Gesù: l'altare, il tabernacolo, l'ostensorio e l'offerta vitale.
Noi vogliamo ringraziarla di gran cuore ed ascolteremo il suo amorevole invito (e perché no? il suo "ordine") : "Non abbandonare col cuore il tabernacolo, il posto dell'amore!" Noi non vogliamo abbandonarlo questo posto, né con il pensiero, né con il desiderio, né con il cuore.
Cosa dobbiamo fare per non abbandonare questo posto? Mi permetto di esprimere un pensiero e di proporlo con molta speranza.
Leggendo il Vangelo e gli Atti degli Apostoli, troviamo delle indicazioni e dei comportamenti significativi ed attraenti. Gesù, dopo l'ultima Cena (e cioè dopo la prima Consacrazione eucaristica ) "dopo aver cantato l'inno, uscì dal Cenacolo per andare al monte degli Ulivi". (Mt 26, 30) Gesù non ha mai abbandonato il suo posto dell'amore! Eppure l'attendeva il Gethsemani, la cattura con il bacio del traditore, l'abbandono dei suoi Apostoli, i processi, gli insulti, i flagelli, le spine, la condanna, il Calvario, la morte e la tomba. E Gesù è sempre al suo posto dell'amore.
Nel suo divin Cuore, Gesù godeva della sua Risurrezione! Egli sapeva bene che l'attendeva l'incontro con Pietro lungo la via verso il Cenacolo, l'apparizione ai suoi Apostoli le sera al Cenacolo, l'incontro con i due scoraggiati sulla strada di Emmaus, l'incontro con le pie donne e con Maria Maddalena accanto al sepolcro vuoto.
Ed anche qui noi troviamo Gesù sempre al suo posto d'amore! Ed ancora, durante i quaranta giorni prima dell'Ascensione, Gesù restò in attesa, credendo nella fedeltà delle risposte dei suoi interlocutori.
Egli attendeva la fedeltà di Pietro vicino a Tabga e gradì il silenzio rispettoso e pieno di amore di Giovanni.
Gesù sviluppò con bontà il colloquio con Pietro: "Mi ami?" - "Signore, tu che sai tutto, tu sai che io ti amo" - "Pasci il mio gregge!".... "e seguimi anche fino al martirio!" (Gv 21, 15-17) Gesù si fidò di consegnare la missione apostolica ai suoi Apostoli prima dell'Ascensione.
Quante realtà preziose Gesù era sicuro di avere dai suoi fedeli!
Queste realtà erano la sorgente del suo gaudio durante il suo soffrire.
Gesù credette sempre nel suo soffrire e nel suo amore per l'uomo, come la fonte della vittoria.
Gesù credette sempre nella persona umana, la quale, con l'aiuto della mediazione della Madre sua, avrebbe finalmente scoperto il valore della Risurrezione e dell'Opera divina.
Ma perché Gesù era, ed è anche oggi, così fedele al suo posto d'amore?
La ragione è immensamente gioiosa e valida per noi. GESÙ non ha l'AMORE SOLAMENTE; MA GESÙ È L'AMORE NELLA SUA PERSONA DIVINA!
È PER QUESTO CHE Egli non abbandona mai il suo posto dell'amore!
La persona umana non è così. Noi non siamo l'amore.
Noi ne abbiamo solo una parte, più o meno grande.
Ed allora noi dobbiamo attingere l'amore alla sua sorgente, pena il fallimento.
Come ha trovato il posto dell'amore la prima comunità cristiana?
Vediamo gli Atti degli Apostoli. (Cap. I e II)
"Essi erano assidui all'insegnamento degli Apostoli ed alla comunione fraterna. allo spezzare il pane (Comunione Eucaristica) ed alle preghiere.... Unanimi.... Essi si portavano al tempio ogni giorno assiduamente .... essi spezzavano il pane a casa, nutrendosi con gioia e semplicità di cuore...."
E tutti dicevano: "Vedete come si amano!"
La prima comunità cristiana aveva trovato il posto dell'amore nella Eucaristia, nell'insegnamento degli Apostoli, nella preghiera, e così riusciva ad amarsi ed a gioire.
E noi, dove troveremo il sostegno per essere una cosa sola "unum" nel Cristo, dal momento che viviamo in un mondo pieno di problemi, di dubbi, di interrogativi, i più impensati e i più imprevisti?
In mezzo ad una così grande confusione di vita, noi non possiamo abbandonare il posto dell'amore; però forse può capitare che lo abbandoniamo perché non ci siamo nemmeno preoccupati di scoprirlo e di ritenerlo necessario.
E questo è l'errore dell' indifferenza!
NOI DOBBIAMO CERCARE IL POSTO DELL'AMORE!
È il tesoro nascosto di cui parla il Vangelo e solo così noi lo terremo caro!
Nelle nostre chiese, dopo la Messa, si lascia tutto; molte volte si ricomincia la vita senza nulla ricordare di quanto è avvenuto sull'altare.
Ed allora rimaniamo poveri e soli, senza che Cristo viva nel nostro cuore.
Bisogna però osservare, ringraziando Dio, che non dappertutto e non sempre è così!
Ed allora ecco la mia speranza ed il mio augurio.
Se, come ci insegna Madre Maria e come ci insegna la fede, noi avremo scoperto che nella Messa e nella Eucaristia è il posto dell'amore, allora, in questo incontro sacro e sacramentale con I'Emmanuele (Dio con noi), noi attingeremo alla sorgente dell'acqua viva, per rinascere così a vita nuova, per gioire della nostra fede! Ecco il modo ed il mezzo per scoprire Gesù amore.
Così noi ritorneremo al Cenacolo, come la Comunità cristiana primitiva, vi troveremo il Pane di vita, gli insegnamenti degli Apostoli e della Chiesa, e ci impegneremo ad amarci sinceramente.....
"E TUTTA LA GENTE VEDRÀ!"
Allora potremo dire alla Beata Madre Maria, nostra guida d'amore alla Eucaristia: Grazie!
E NOI NON ABBANDONEREMO MAI IL POSTO DELL'AMORE!